Gerarchia delle fonti

La gerarchia delle fonti, nel diritto, sancisce che una norma contenuta in una fonte di grado inferiore non può contrastare una norma contenuta in una fonte di grado superiore. Nell’ordinamento giuridico italiano, si ha una pluralità di fonti di produzione, e queste sono disposte secondo una scala gerarchica, secondo la quale la norma di fonte inferiore non può porsi in contrasto con la norma di fonte superiore (gerarchia delle fonti del diritto). Nel caso in cui avvenga un contrasto del genere si dichiara l’invalidità della fonte inferiore dopo un accertamento giudiziario.

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Come può essere che un regolamento amministrativo del più basso livello possa condizionare la vita delle persone?

Attraverso la coercizione e minaccia dell’applicazione della forza per un principio di autorità.

Certo i grandi complici i cani da guardia sono varie sottospecie umane di forze del (dis)ordine, anche se hanno fatto un supposto giuramento alla costituzione, come esseri umani, come rappresentati dello “stato” non possedendo personalità giuridica essendone stati privati da quella facoltà per adesione all’arma, non sono tenuti quindi a rispettare il giuramento, di fatto sono sotto la gestione ed il controllo delle “autorità” organizzate gerarchicamente e facente capo ai politici di turno.

Quindi tornando ai DPCM non hanno nessun valore legale ma hanno soltanto un valore amministrativo, e come sappiamo per la gerarchia delle fonti le leggi non possono essere in conflitto tra di loro il che ci spiega che una legge di rango superiore invalida quelle di rango inferiore. In questo caso un DPCM se entra in conflitto con qualsiasi legge superiore automaticamente diventa nullo, se noi invece lo accettiamo e diamo validi a questo tipo di decreto, stiamo commettendo due errori molto gravi, a livello personale stiamo commettendo un reato in alcuni casi di livello penale, invece a livello sociale stiamo creando consuetudine, che come abbiamo visto è la fonte della legge naturale che è la fonte del diritto positivo, cioè il sistema legale vigente nella corporazione/stato Italiano.

Quindi cosa fare per contrastare queste aberrazioni? Imparare la gerarchia delle fonti e far valere quelle di rango superiore, senza manifestazioni ma nella normalità e prepararsi con tutte le leggi alla mano in caso di tentativo di sopruso dei controllori, i quali si troveranno in difetto in ogni aspetto.

Manifestare contro i DPCM quindi diventa accettare il loro valore, non possiamo aspettare che un meccanismo legale venga in nostro soccorso, questo meccanismo è stato copiato, per essere più specifici ci troviamo davanti ad un colpo di stato in piena regola, la prova è la capacità di pieni poteri del primo ministro, la nullità del parlamento in ogni aspetto, e la nullità del presidente della repubblica, il quale a ceduto il mandato al primo ministro per le sue proprie parole.

Ora che sappiamo che il marco legale è caduto ossia il meccanismo “cosiddetto de iure” e ci troviamo di fronte ad un meccanismo che in legge viene chiamato valido per questioni “de facto” il che richiede l’utilizzo delle leggi marziali e del controllo della popolazione attraverso la forza. Possiamo notare che tutte le terminologie utilizzate in questo periodo sono state terminologie militari, al punto che ora ci troviamo di fronte all’ennessima azione militare cioè il coprifuoco.